D'angelo sarà interrogato

Pubblicato da simitan su 14 Luglio 2011, 07:10am

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Giovedì 14 Luglio 2011,

Mentre la Procura accoglie la richiesta d’interrogatorio avanzata da Francesco D’Angelo, l’inchiesta sul concorso truccato per un posto di vigile urbano a Caneva approda al Tribunale del Riesame di Trieste. L’udienza è fissata per martedì. I giudici dovranno decidere sulla revoca, la riforma o l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita esattamente due settimane fa dai carabinieri del Nucleo investigativo. Da allora il comandante della polizia locale di Sacile, Luigino Cancian, quello di San Daniele, Leonardo Zucchiatti, e il pordenonese Francesco D’Angelo, in servizio in città, sono agli arresti domiciliari per l’ipotesi di concorso in rivelazione e utilizzo di segreti d’ufficio. Secondo la ricostruzione della Procura, avrebbe agevolato due candidati (anche loro indagati) fornendo, attraverso Cancian, membro della commissione d’esame, le tracce delle prove scritte e anticipando le domande che sarebbero state fatte agli orali. Le difese sono agguerrite. Gli avvocati Paolo Dell’Agnolo, Bruno Simeoni e Antonio Pedicini contestano la sussistenza delle esigenze cautelari e l’impostazione dello stesso capo di imputazione, che per il momento non fa distinzione tra le varie posizioni. Secondo i legali, anche alla luce degli ultimi atti depositati dalla Procura, mancherebbe un oggettivo pericolo di inquinamento del quadro probatorio e il provvedimento adottato continuerebbe ad essere «spropositato». La carta del Riesame si gioca dopo che il gip aveva rigettato le richieste di revoca dei domiciliari. La stessa Procura aveva dato parere negativo perchè Cancian e D’Angelo si erano avvalsi della facoltà di non rispondere e perchè Zucchiatti, nonostante avesse risposto alle domande, non sarebbe stato esauriente. Se non ci saranno contrattempi, l’udienza a Trieste si terrà dopo che D’Angelo si sarà sottoposto all’interrogatorio davanti al pm Piera De Stefani. Dopo aver studiato il fascicolo, l’avvocato Pedicini ritiene che il suo assistito possa fornire dei chiarimenti agli investigatori.

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